un film di Alessandro Cassigoli e Casey Kauffman
Italia, 2024, durata 80 minuti

BIGLIETTI
• SAB. 26 OTTOBRE – 18:00

SINOSSI

A Jasmine, quarantenne, sembra non mancare niente: ha un marito devoto, tre figli amorevoli e un fiorente salone di bellezza a sud di Napoli, proprio accanto a dov’è cresciuta. Dopo la morte del padre, però, il suo mondo è turbato da un sogno ricorrente in cui una bambina le corre tra le braccia, dandole un profondo senso di completezza. Dopo un periodo di angosciante riflessione, Jasmine decide che deve trovare la bambina del sogno. Si tuffa a capofitto nel complesso mondo dell’adozione internazionale. Questa decisione mette a rischio il suo matrimonio, la stabilità dei figli e la sua bussola morale. Vittoria esplora le intricate dinamiche della famiglia e i desideri apparentemente irrazionali che guidano la psiche umana. Basato su eventi realmente accaduti, il film presenta le persone reali che hanno vissuto questa esperienza e ne racconta la storia con uno stile cinematografico inconfondibile.

COMMENTO DEI REGISTI

Quando Jasmine ci ha raccontato la sua storia ci siamo guardati e abbiamo capito di avere un film. Ecco una donna consumata da un profondo desiderio che tutti intorno a lei consideravano irrazionale. Ma lo era? È sbagliato farsi guidare dal cuore e dall’istinto piuttosto che dalla ragione? Ci siamo prefissati di esplorare queste domande nel mondo poco conosciuto dell’adozione internazionale, un labirinto in cui aspiranti genitori in uno stato di forte intensità emotiva perseguono il loro desiderio di avere un figlio. La posta in gioco è alta, persino esistenziale. Era chiaro fin dall’inizio che Jasmine e il marito potevano mettere in scena la propria storia, consentendoci di combinare esperienza di vita reale e drammaturgia classica. Non avevamo però previsto che questo espediente narrativo avrebbe dato ai nostri protagonisti uno spazio per fare i conti con risentimenti irrisolti. Questa cruda autenticità, registrata dalla macchina da presa, non solo si è rivelata gratificante per noi registi, ma ha anche elevato l’esperienza emotiva per il pubblico.