un film di Joseph Losey
Regno Unito - 1963 - durata 110 minuti
Restaurato in 4K nel 2021 da StudioCanal presso il laboratorio Silver Salt a partire da un negativo originale
Dal romanzo di Robin Maugham, il primo capitolo della collaborazione tra Losey e Harold Pinter. Un duello psicologico servo-padrone allestito con abbondanza di grandangoli e profondità di campo. L’universo della casa-prigione, dove il servo ‘divora’ il suo padrone, è stato paragonato all’‘inferno’ di Sartre. Le persone tendono a schiavizzarsi a vicenda trasformando il prossimo in un oggetto di loro proprietà. L’amore e la sessualità diventano strumenti di potere. L’interpretazione di Bogarde fu la grande svolta della carriera ed è ancora oggi uno dei suoi ruoli più emozionanti e inquietanti.
SINOSSI
Tony, dopo aver acquistato una vecchia, grande casa in un quartiere alla moda, assume come cameriere Barrett. Questi, avendo intuito il carattere debole del padrone, lo circonda di attenzioni premurose e gli introduce in casa un’attraente ragazza, Vera, facendola passare per sua sorella, adoperandosi perchè Tony se ne innamori, sebbene questi sia fidanzato con Susan. Quando Tony scopre che Vera non è la sorella di Barrett ma la sua amante, scaccia di casa entrambi. Rimane solo, abbandonato anche da Susan, ma la solitudine lo deprime gravemente. Un fortuito incontro con Barrett gli dà l’occasione per assumerlo nuovamente. Ora però Barrett agisce da padrone e come tale maltratta Tony. Questi, ormai succubo di Barrett, si aggira per la casa come un demente, scivolando lentamente verso la più completa abiezione.
NOTE DI REGIA
“Il film parla di un giovane aristocratico che vive ancora nel Diciottesimo secolo e si rifiuta di entrare nel Novecento. Vuole comandare la casa ‘come una madre’ o come una ‘nonna’, e vuole un servo che s’intoni con i ‘vecchi cari oggetti’. Il risultato è che ne assume uno falso e disonesto quanto lui, ma un po’ più realista, quindi più pericoloso. Il servo è un film sullo schiavismo come stile di vita. […] Il film intero porta l’impronta di Pinter. I dialoghi assumono un’importanza che non sempre hanno al cinema, nemmeno quando sono più numerosi. Pinter ha capito l’utilità dei dialoghi usati come effetto sonoro, delle parole che sono insieme musica e poesia e che aiutano ad affermare il ritmo e lo stile del film”
VOST: VERSIONE ORIGINALE SOTTOTITOLATA
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