un film di Pier Paolo Pasolini
ITALIA - 1969 - durata 98 minuti

In occasione della 65ma edizione del Festival di Spoleto il Cinema Sala Pegasus dedica una monografia a Pier Paolo Pasolini nel centenario della nascita del regista.


SINOSSI

Due storie parallele, una arcaica e l’altra moderna. Nella prima un giovane che vive isolato alle falde di un vulcano, nutrendosi famelicamente di rettili, insetti e sterpi, incontra un soldato, lo uccide e lo mangia. Improvvisamente altri sbandati si uniscono a lui e insieme continuano a vivere da cannibali, tra l’altro assaltando, violentando e squartando un gruppo di ragazze. Ma la società invia dei guerrieri a catturarli e li condanna a morte. Nella seconda il giovane figlio di un ricco industriale tedesco disdegna le profferte amorose della fidanzata perché invischiato in rapporti con dei porci; inoltre rifiuta sia di aderire alla contestazione sia di interessarsi dell’azienda paterna. Il padre, frattanto, tenta di eliminare col ricatto un concorrente dopo aver scoperto che si tratta di un ex criminale nazista, ma questi lo minaccia di rivelare le anormali tendenze del figlio. Allorché quest’ultimo viene sbranato dai maiali, i due industriali possono finalmente brindare al loro accordo di collaborazione…


NOTE DI REGIA

So io quello che ho dato di me per fare Porcile: un film povero, girato in un mese, con una cifra irrisoria. È stato meraviglioso, si capisce. Perché l’esprimersi – anche attraverso i disagi più angosciosi – è sempre meraviglioso. E poi, ci sono le avventure umane della lavorazione, il cui valore nulla poi può togliere: come amori di un giorno, subito lontani ma indelebili; ci sono i rapporti con gli attori – il disperato Pierre Clémenti, l’angosciato Jean-Pierre Léaud – per cui lavorare era come per dei bambini sperduti l’essere accarezzati dalla madre; lo smarrito Lionello, che con una volontà struggente ha vinto le impossibilità del suo ruolo, riuscendo gioiosamente vittorioso; l’adorabile Anne Wiazemsky, sempre perfetta e invulnerabile, lei, come una preziosa bestia di razza (o come Marco Ferreri); Ninetto – Ninetto Davoli – che per la prima volta, nella sua esperienza un po’ comica di ‘attore per forza’, ha avuto coscienza di quello che faceva, e ha recitato l’ultima scena con le lacrime agli occhi; e Tognazzi, infine, uno degli uomini più buoni e intelligenti che io abbia conosciuto. E poi le avventure naturali. Credo che nessuno abbia mai patito tanto freddo come noi, prima sull’Etna, con vento, nebbia, neve, pioggia, e poi in gennaio in una villa veneta neoclassica vicino a Padova, che deve essere gelida anche d’estate… Lì la forza delle cose era una forza interiore: eravamo dominatori della tanto difficile e imprendibile realtà, che recalcitrava maledettamente, ma solo sul suo livello pragmatico! Come era dolce possederla, cioè essere fusi con essa! Ecco, ora il film è finito, è alle mie spalle. Lo considero il più riuscito dei miei film, almeno esteriormente, se il mio atteggiamento verso cose e casi tanto brucianti non aveva potuto essere che contemplativo.

(Pier Paolo Pasolini, 1969)

VENERDÌ 01 LUGLIO — 16:00 / 21:30
LUNEDÌ 04 LUGLIO — 18:30
INGRESSO 5 €

VOST: VERSIONE ORIGINALE SOTTOTITOLATA
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