Monica in the south seas

“Monica in the South Seas” recupera footage originale della spedizione di Monica Flaherty, figlia del leggendario documentarista Robert Flaherty e zia di Sami van Ingen, nella Samoa degli anni Settanta. Durante la spedizione, Monica incontra donne e uomini che avevano partecipato al documentario “Moana”, girato dal padre cinquant’anni prima in pieno periodo del muto, e raccoglie – inconsapevolmente inventando” ex novo – una messe di suoni “autenticamente samoani” per sonorizzare la pellicola del padre. “Monica in the South Seas” getta una luce inedita sul dietro le quinte di una pietra miliare del cinema documentaristico quale “Moana”: ma non solo. L’incontro tra Monica Flaherty e le persone di Samoa fa affiorare in modo arguto, toccante, e talvolta comico, gli assunti impliciti dello sguardo occidentale sull’ “esotica” Polinesia: assunti condivisi, in modo diverso, da padre e figlia nonostante il gap generazionale. Il film offre un’opportunità di prendere atto dei cambiamenti che hanno interessato l’Oceania – e tutto il Sud globale – nel corso del Novecento, ma, soprattutto, pone la questione di cosa siano “autenticità” e “tradizione”, e quanto sia complesso rappresentare l’“altro”. Non manca una dimensione intima, che tocca le memorie dell’infanzia di Monica, la sua devozione verso il padre, e il significato del cinema per tre generazioni di una famiglia di filmmaker.